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Gli Spaghetti alla Nerano, emblema della buona cucina partenopea ai Bagni Tiberio 

Carmine ci rivela la ricetta utilizzata per la loro preparazione nel ristorante dello stabilimento 

Contaminazione: è un imperativo del postmoderno, in un’era in cui siamo tutti protagonisti di migrazioni che ci portano a conoscere nuove culture, nuove persone, nuovi sapori. Si, perché anche in cucina, la parola d’ordine oggi sembra essere il libero scambio di ingredienti e metodi di preparazione appartenenti a diversi territori. 

Gli Spaghetti alla Nerano, ad esempio, pur essendo un piatto della tradizione partenopea, non appartengono alla cucina caprese. Sono invece tipici proprio della zona di Nerano, una piccola frazione marina del comune di Massa Lubrense. Si trova sull’estrema punta della Penisola Sorrentina e affaccia sul Golfo di Salerno, sullo stesso versante della Costiera Amalfitana. 

Un piatto che viene importato a Capri e che oggi affianca sulle tavole degli isolani tante altre pietanze autoctone. Gli ingredienti di base sono spaghetti e zucchine; la ricetta originale prevede che si accompagnino con parmigiano e provolone, ma esistono anche molte altre varianti, che assecondano i gusti di chi li sceglie. 

Questa è la ricetta degli Spaghetti alla Nerano che ci rivela Carmine, e che viene utilizzata nella loro preparazione al ristorante dei Bagni Tiberio. Innanzitutto, friggere le zucchine tagliate a rondelle; una volta fritte, scaldare un po’ di burro in padella, versarvi le zucchine e lasciare amalgamare. Cuocere gli spaghetti in acqua salata e, nel frattempo, riscaldare di nuovo le zucchine, aggiungere gli spaghetti a metà cottura e farli finire di cuocere con una manciata di provolone del monaco. Attendere la cottura e servire con abbondante basilico. 

Nel menù del ristorante dei Bagni Tiberio, gli Spaghetti alla Nerano si affacciano negli anni ‘70; accrescono un’offerta culinaria basata fortemente sui piatti della tradizione, campana e non. Ricette che, oltre a portare a tavola sapori unici, raccontano anche i luoghi e le persone che li abitano: pasta al forno, conchiglioni ripieni, risotto alla pescatora, spaghetti con totani, pasta alla siciliana… e poi ci sono dei piatti considerati “poveri”, ma che rappresentano al meglio gli stili di vita e le abitudini culinarie dei nostri avi, e sono ancora apprezzatissimi in un mondo che, finalmente, capisce quanto sia importante ritornare ai “tempi lenti” delle generazioni che ci hanno preceduto. Per questo non possono mancare nel menù la pasta e fagioli, o la pasta con la scarola… una cucina povera, ma sempre di altissima qualità. 

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